Testi critici





Mostra personale “PASSAGGI” presso OmniArt Gallery, Latina - 21-29 marzo 2025


Mauro molinari

Il testo 

di giulia Vignapiano

Il panorama artistico contemporaneo ormai è frammentato ed ogni frammento porta con sé un segno, un simbolo che vuol essere indelebile, ma appare estraneo al nostro occhio poiché ha perso l’unicità e la libertà del fare e dell’essere arte, il suo mutamento è asettico. Fermo.
L’“Arlecchino” (tecnica mista su tela, 150x100) del 2023 di Mauro Molinari prende vita sottoforma d’opera digitale all’interno di diverse strutture geometriche creando un gioco attrattivo di colori e forme. Il nostro occhio è sollecitato così a scovare i sensi tattili nascosti nella texture delle maniche del vestito, del gilet ... ancora una volta assortita dalla sua esperienza in atelier di moda, la quale dialoga con gli stati d’animo del soggetto. 

Mauro Molinari è un’artista che non conosce staticità, sfida la caducità del tempo nella sua lotta al rinnovamento sia personale sia quotidiano all’interno d’una realtà geometrica vestita di simbolismi. “Noi viviamo una vita inquietante” dice - ci rincorriamo l’un l’atro alla ricerca del giusto, della normalità, la quale anziché migliorarci tende a dividerci, ad estraniarci - la sola salvaguardia del nostro essere è quindi la follìa che nelle sue opere trascende ogni stato emozionale e prende vita nella tessitura dei suoi soggetti principali, sono racconti di personaggi comuni: lui, lei, gli altri.                                            

Molinari imposta la sua ricerca artistica come una scala di conoscenza che raccoglie diversi cicli della storia dell’arte: dalla pittura informale degli anni ’60, alla poesia visiva ed i “libri d’artista” del secolo successivo, fino all’impostazione di geometrie modulari astratte, conducendo l’artista verso una nuova elaborazione della materia e della composizione tramite l’uso di metacrilati e sostanze plastiche. La mediazione e meditazione fra la forma e il segno pittorico si basano per lui sul concetto di “togliere” - ideale inizio d’ogni singolo scultore - gli strati, la cui sintesi finale è un’unione istintiva fra colatura del colore ed il collage in rilievo di ogni disegno e scarto di carta, successivamente anche rielaborati in digitale.

L’opera “Paesaggio” (tecnica mista su tela, 100x300) del 2022 è un dittico della nostra realtà, uno scenario di vita in cui dialogano figure esterne, estranee ai fatti ma allo stesso tempo immerse in essi. Sullo sfondo l’azione prende il sopravvento e da movimento attraverso fotogrammi digitali viventi, è un delitto, un omicidio assistito e silenzioso ove l’attenzione è impressa sullo sguardo dei suoi personaggi. Bensì c’è qualcosa che manca, la reazione, è completamente sormontata dalla curiosità del gesto e non dall’istinto umano d’aiuto. Nella spirale dell’indifferenza Mauro ritaglia uomini e donne ormai completamente assimilati dall’ambiente circostante, vuoto in cui rifiuta ogni logica consequenziale del linguaggio, lo smonta e lo riposiziona a suo piacimento. La sua opera diventa un’evocazione e omaggio al “teatro dell’assurdo” Beckettiano in cui l’assurdità esistenziale viene raccontata mediante la rottura della struttura artistica tradizionale e successivamente la ricomposizione degli eventi attraverso lo stato d’animo dell’artista, lasciando così una traccia, un significato. L’occhio si concentra sul sorriso di alcuni personaggi, nonostante il senso tragico del dramma che li circonda mostrano il sintomo terrificante del nostro sistema impassibile.

















Cristiano Cavedon

di giulia vignapiano

Cristiano Cavedon è un artista contemporaneo originario del Veneto attivo da oltre vent’anni nel mondo della pittura. Astracapez è il suo alter-ego, è il segno dell’ideale liberato dai confini fisici e razionali, è ispirazione continua nel “caos” della mente, la firma che ogni opera porta con sé lungo il cammino su tela. La sua intuizione prende vita nel 1992 nel Liceo Artistico “Arturo Martini” di Schio per poi proseguire con la scuola d’arredamento d’interni. Nulla è lasciato al caso, pittura e architettura, linee e proporzioni continueranno il loro dialogo negli anni successivi per donare eleganza e vivacità non solo al nostro occhio, bensì all’ambiente indoor, nella contaminazione astratta dello spazio. 

Protagonista delle sue opere, dal 2015 in poi, è il dinamismo della scomposizione cubista e futurista, i quali ci portano verso il “gesto” d’impeto non razionale dell’artista, capace di cogliere ogni identità del frammento di una realtà sconfinata, altresì racchiusa da involucri impersonali. L’esperienza personale dell’artista sconvolge qui per la prima volta la maestria progettuale del suo lavoro, la Separazione è netta ed ormai scritta su carta. La via d’uscita sarà lo sfogo sincronico dei sensi dove le sinapsi magnetizzano emozione e razionalità, ove si crea un composto d’energie simbiotiche, il *magma della nostra esistenza.
 Il ruolo dell’artista/pittore diventa per lui quello di scopritore di Sinestesie in grado di marcare con la pittura e l’uso di specifici colori (blu, azzurro, bianco, rosso, arancione, giallo e nero) i contrasti in cui, dice egli: ”i nuovi confini fisici abbattono i confini mentali”. *borders
La sua produzione artistica nasce e continua ad espandersi alla domanda “ chi sono?” per poi proseguire in maniera introspettiva nel suo carattere dove scopre un arcano pigro ma semplice, emozionale e razionale. Da questo momento la sua gestualità viene totalmente sfogata in un “Dripping” dove le linee portanti si diluiscono e le tinte si intersecano creando nuova forma a realtà vissute e attese; i materiali (metalli e tessuti) si fondono e racchiudono come forzieri la struttura. Quest’ultima, legata ad un figurativo di stampo accademico e vittima di un esasperato realismo, si dissocia da esso per poi arrivare all’unione, realizzata con intensa emozione personale, di elementi costruiti e fluidi di forma astratta. Man mano che la produzione aumenta, con essa va delineandosi il suo stile aperto alla ricerca e la sua espressione trova casa nell’Action Painting di Pollock e nell’Informale di Emilio Vedova, dando spazio e sfogo alla sua indole d’espressionista astratto; parliamo del dinamismo dell’opera e della sua degradazione umana, della sua confusione visiva e dell’ordine funzionale e distaccato, del concetto dell’opera d’arte come azione vitale e liberatrice in cui l’artista è impegnato con la sua intera personalità. Quando, nel 2021, giunge ad una buona maturazione stilistica, arriva lo stop traumatico: un ictus colpisce la parte sinistra del suo corpo, costringendolo ad una nuova presa di coscienza di sé, della vita e di ciò che potrebbe portarci via in un attimo. La sua musa artistica inizialmente si macchia d’insoddisfazione, la precarietà di quel gesto d’impeto e libero ora si trova chiuso in una gabbia di ferro in cui rosso e nero riflettono la prepotenza dell’accaduto, ma di nuovo goccia sulla tela una visione... “Cosa è accaduto? Cosa succede adesso?” si chiede. “E ’arrivata la vita!”. 
Ancora una volta la realtà, linfa vitale nella socialità, rimodella stimoli quotidiani fatti d’incontri educativi e altresì passionali per poi ricominciare nel 2023 a dipingere con la mano destra -mancino di nascita - dell’anima frammentata ma gentilmente riposta. Con attenzione e comprensione simultanee, tramite “commistioni” sempre più marcate e senza cornici né confini, arriva finalmente a sentire la sua maturazione stilistica in cui, anche gli impasti dei colori riprendono attraverso il contrasto, una nuova vita. *ricordi
Sarà il dinamismo della scomposizione cubista e futurista a portarci verso il “gesto” d’impeto non razionale dell’artista, il quale coglierà ogni identità del frammento di una realtà sconfinata, altresì racchiusa da involucri impersonali. Il ruolo dell’artista diventa per lui quello di scopritore di Sinestesie in grado di marcare con la pittura e l’uso di specifici colori (blu, azzurro, bianco, rosso, arancione, giallo e nero) i contrasti in cui, dice egli: ”i nuovi confini fisici abbattono i confini mentali”. Riprendendo le parole dell’artista Astracapez, l’atto pittorico/amatoriale artistico “ è continua evoluzione sinestetica, solo se a guidarci sono i sensi…tutti. In caso contrario, si crea un’ illusione su di una stessa fantasia”. 




Mostra d'arte - Eco delle FOrme 




di giulia vignapiano


Artisti Partecipanti: Alfredo Cattai - Stefania Botta - Anna Colaiacovo - Lia Chia - Lara Nex Oliva-Cristiano Cavedon - Mauro Molinari - GANG ART (Daniele Gangarossa)  - Luciano Valente Alberto Serarcangeli - Monica Latorraca - Fabio Masotti - Andrea Arminio Carmen Scocozza - Giuseppe Pavia Luca Lamperti - Emily Schivalocchi Manuela Ciammaruconi -Lacramioara Hatmanu -  Massimo Pompeo

In questa mostra il rosso diventa il filo conduttore che esplora come le forme possano evocare intensità emotive e simboliche. Ogni opera rappresenta il rosso come un’eco che si ripete  e si evolve in diverse forme.

A cura di Marianna Scuderi, interviene Bruno Creo e Giulia Vignapiano (storica d'arte)
Vernissage: Venerdì 20 Dicembre dalle ore 18 alle 20.30 fino al 5 Gennaio

In un'epoca in cui le relazioni tra l'arte e la realtà sono sempre più fluide, la mostra Eco delle Forme invita il pubblico a riflettere sulle dinamiche contemporanee dell'arte, indagando il potere evocativo delle forme e la loro risonanza nel contesto artistico odierno. Attraverso una selezione di opere che spaziano tra la scultura, la pittura e la video esposizione, la mostra esplora come le forme, pur nella loro apparente staticità, possano dare vita a un'eco che si propaga nel tempo, sollecitando una continua rielaborazione del nostro rapporto con la percezione, la materia e l'immagine.

Il titolo Eco delle Forme è simbolico di una riflessione sulla persistenza e sull'interpretazione delle forme artistiche. In un mondo saturato da stimoli visivi e sensoriali, le opere in mostra esplorano come le forme riescano a trascendere il loro contesto originario, risuonando in spazi più ampi e influenzando nuove generazioni di artisti e di spettatori. Esse non sono semplici rappresentazioni: sono esperienze tattili, sensoriali, che creano connessioni invisibili tra il passato e il presente, tra il materiale e l'immateriale.
Nel cuore di Eco delle Forme si trova il concetto di "risonanza", una riflessione sulla capacità delle forme di comunicare senza parole, di attraversare confini culturali, temporali ed estetici. Le opere in mostra non sono solo un invito a osservare, ma anche a sentire, ad ascoltare l’eco di forme che si ripetono, mutano e si trasformano, creando nuove possibilità interpretative.
Infatti…E’ la risonanza di quest’ultimo che apre il sipario alla metamorfosi del corpo stesso, un richiamo primordiale ma al tempo medesimo “futurista” della nostra esistenza come nelle sculture di Lamperti, in cui trovano spazio e giuoco i personaggi di una realtà virtuale in cerca di una storia da raccontare di Mauro Molinari. Ed ancora… risulta in lontananza un filamento aggrovigliato, facilmente districato e di pizzo agghindato da l’uso istintivo e personale della gamma di colori e dalla movenza associata di linee, curve, diagnosi strutturali e anatomiche facilmente idolatrate un tempo, come quella del Cuore, che mirano alla luce del primo Albero, in cui esso si ripara e genera vita. (Fabio Masotti/Monica Latorraca/Luciano Valente/Giuseppe Pavia)
Il viaggio dell’eco si posa per poco su di una carta geografica, traccia e ritraccia la linea del mare lungo la costa, una continua ripercussione dell’infrangersi del Blu, su di noi. (Massimo Pompeo)
L'arte contemporanea è un campo dove la continua ricerca e il dialogo tra linguaggi diversi – dalla geometria alla materia organica, dalla visione astratta alla figurazione simbolica – genera una molteplicità di significati. In questo contesto, Eco delle Forme si propone come un'indagine sulla capacità dell'arte di risuonare con le esigenze, i conflitti e le riflessioni di un'epoca in costante evoluzione. Ogni opera, ogni installazione è un frammento di un discorso collettivo che invita a una riconsiderazione dell'arte come strumento non solo estetico, ma anche filosofico e sociale. In questa mostra, la forma è un riflesso, un'eco di ciò che siamo, di ciò che siamo stati e di ciò che saremo, un viaggio sensoriale in grado di stimolare la nostra percezione e la nostra comprensione del mondo che ci circonda e che ci affronta. Il nostro, il loro (degli artisti) è un urlo che proviene dall’interno, un messaggio poetico o profetico, un disegno del proprio essere.



Mostra d'Arte Contemporanea - Connessioni Artistiche


di giulia vignapiano





















Artisti in esposizione:
Alfredo Cattai, Cristiano Cavedon “Astracapez”, Ida Costa, Carmelina D’Agati, Monica Latorraca, Carmen Scocozza, Alberto Serarcangeli, Marianna Scuderi

Video esposizione:
Alfredo Cattai, Cristiano Cavedon, Anna Colaiacovo, Marzia Loiacono, Jessica Posini, Romina Scicolone, Sabrina Toppino.

“Connessioni Artistiche” è una mostra collettiva composta da una moltitudine di storie, le quali s’intrecciano fra loro a creare una rete universale. Si tratta di un percorso espositivo realizzato con opere di tredici artisti attivi nel campo dell’arte e della fotografia analogica contemporanea, ospitato presso la galleria “OmniArt” di Latina che sostiene incondizionatamente ed in maniera equanime ogni talento artistico. Le connessioni nell'arte sono legami complessi e profondi che si manifestano attraverso diverse dimensioni: tra gli artisti, tra le opere, tra le culture, e tra l’arte e il pubblico. Queste connessioni non sono solo estetiche, ma anche concettuali e sociali, creano una rete dinamica d’influenze, interazioni e interpretazioni che arricchiscono il significato dell'arte stessa.  “Connessioni artistiche” è una vibrazione perpetua che emoziona, interseca e connette diverse tematiche, culture ed influenze artistiche-personali d’ogni singolo artista; è interpretazione “scenografica” dello spettacolo ultraterreno, esperienziale e intimo, il quale trascende ogni confine spazio-temporale e culturale. Il punto di giuntura è riposto nel dialogo introspettivo e visivo fra il nostro io e l’arte, il quale muove ogni espressione ed impulso dell’anima – struggente ma colma di speranza, creatrice d’infinite visioni e possibilità, seguace della vita e della morte, della pace e della guerra, della memoria frammentata, della verità e della morale, del femminicidio, della giustizia e dell’ingiustizia nel mondo. Nel viaggio espositivo possiamo notare tratti e ritratti virtuosi di donne e uomini che si espandono come “schegge di memoria” su di una tela, cromaticamente scelta con tonalità naturali di colori intensi e densi che riempiono i contorni dei corpi come gli amanti delle geometrie sacre; altri frammentano e destrutturano lo spazio seguendo unicamente il flusso connesso fra l’anima e la natura, privo di linee rette, bensì libere di dar forma a ciò che si è visto, si vede o non si vede. La luce segue come linfa vitale ogni singola opera, la quale riflessa in specchi e materiali primitivi, si lascia direzionare dal movimento dall’acqua, dai fiocchi di vento e trova conforto nello sguardo “voyeur” del primo guerriero al tramonto. Ogni tela o immagine fotografica, vi trasporterà in un locus amoenus di simboli iconografici in cui la curiosità del fanciullo, attraverso il gioco d’incastri, trasforma gli spettatori in porta voci d’episodi di vita e di crescita, altresì di sofferenza ed abbandono; emozioni permanenti che inevitabilmente si connetteranno e comunicheranno a vicenda, poiché dove la ragione non riesce ad arrivare, ci si abbandona all’oscillazione connessa al corpo, alla mano, all’occhio, allo spirito, all’esperienza ... ed alla fine creano a loro volta, energia magnetica in ogni angolo di parete, come fiori che cercano il sole.  Saremmo folli a credere che le connessioni si disperdono: esse esistono e si alimentano tramite il nostro scambio nel ricevere e nel cedere, per poi trasformarle dalla nostra intenzione/scelta, accompagnando per mano gli stati d’animo ed infine si posano, ricostruendo il mondo da capo.





















Artista: Alfredo Cattai
di Sara Taffoni

Gioco e narrazioni pop 

La creazione dell’artista romano Alfredo Cattai si dispiega tra gioco e narrazioni dal gusto pop, a tratti onirico, che sollecitano ricordi di memoria storica-collettiva e individuale. Le sue opere sono colme di segni e simboli che dialogano con l’osservatore pronto a riconoscerli o attento a decifrarli; innescando un allegro gioco interpretativo in cui la particolare scelta dei materiali utilizzati, influenzata anche dalle correnti poveriste, ne rafforza gli intenti. 

In tal senso, l’utilizzo di specchi delle più svariate forme, che Cattai incide e applica sulle tele, appare centrale; elementi che lo stesso artista ha dichiarato di considerare come degli stargate di emmerichiana memoria. Gli specchi divengono, così, degli artistici portali riflettenti attraverso cui ognuno può spostare il proprio sé in gioiosi attimi spazio-temporali sospesi nei ricordi. Gioiosi, sì, perché dalle opere di Cattai si percepisce sempre il suo approccio brioso e ottimista. 
Da un lato, dunque, emerge l’attenzione per la lavorazione del vetro – non così spesso usata nell’arte contemporanea – legata ad antiche tecniche artistiche che si perdono nel tempo della storia umana; dall’altro la volontà di reinterpretare tali tecniche a favore del personale linguaggio compositivo e concettuale in un continuo fluire tra tradizione e sperimentazione, evidente anche nell’utilizzo di led per illuminare i suoi “stargate” artistici. 
Cattai, però, non usa solo luci nascoste o specchi incisi sulle tele, le dipinge e, tra pennellate astratte e figurate, inserisce altri materiali quotidiani che piega alle sue esigenze narrative. Come un cercatore, trova e riconosce stimoli materiali e immateriali per costruire immagini e racconti in composizioni strutturate in modo equilibrato a partire dalla studiata disposizione degli elementi nello spazio.
Le opere dell’artista romano sono in continuo divenire, a restare immutato è il loro spirito immerso in un mondo di colori, luci, oggetti e fantasticherie che solo un occhio errante e reattivo, come quello di Alfredo Cattai, può cogliere e interpretare 


Testo Critico
Artista: Fulvio Vignapiano
di giulia vignapiano
storica d'arte


“La realtà che io ho per voi è nella forma che voi mi date ma è realtà per voi e non per me; la realtà che voi avete per me è nella forma che io vi do, ma è la realtà per me e non per voi e per me stesso io non ho altra realtà se non nella forma che riesco a darmi. E come? Ma costruendomi.” L. Pirandello 

E’ proprio da questo processo di costruzione di se stessi e dal concepimento della diversità nell’unicità della forma, che prende vita “Personale Collettiva” la mostra personale di Fulvio Vignapiano presso la galleria Omniart dell’artista e gallerista Marianna Scuderi, presentata nel nostro territorio pontino il 7 Dicembre dell’odierno anno. Sebbene il lavoro dell’artista lo abbia portato al gesto grafico in ambito professionale, nell’arco dei suoi venticinque anni di attività artistica si è confrontato con i più disparati linguaggi della comunicazione fra cui il disegno, la pittura, il design, la scultura e per ultima la poesia visiva, sviluppando una naturale attitudine per la comunicazione di stampo sociale. 

Ogni lavoro catturato dai vostri occhi in questa stanza, è frutto dell’impegno verso sé stesso e verso di noi, un impegno comune in cui tutti sono chiamati a rispondere ed a far parte di una realtà che conosciamo come società umana. Attraverso i suoi manufatti, sistemati appositamente come si farebbe in un mercato d’arte di grande prestigio, si scorge il concetto di base in cui l’arte si fa contenitore di ogni forma dell’opera creativa, che l’uomo produce in ogni campo della propria vita sociale. Solamente partendo da tali basi e promuovendo l’arte come strumento antropologico, possiamo individuare una via d’uscita dal materialismo a favore della creazione e dello sviluppo di una coscienza collettiva, unita per l’appunto. 

Non è un caso se l’artista Joseph Beuys, tramite il suo lavoro di scultura sociale, sostiene che “ogni uomo è un artista” un essere libero ed impegnato poiché l’arte o meglio l’abilità del nostro genio, innesca un effetto catalitico in cui il bisogno del progresso, la pianificazione di un futuro migliore e l’autodeterminazione compongono la nostra indole umana. Rimane a questo punto, lasciarci trasportare dall’introspezione libera e priva di giudizio della nostra essenza, pura e caratterialmente variegata come quella di un colibrì; o continuare il nostro viaggio all’interno delle articolazioni del corpo, in lunghi tunnel d’acrilici che s’intrecciano perfettamente fino a creare corpi senza età e nome; o ancora giocare con la creta a riconoscere volti familiari e singolari della storia dell’arte, trovandone il significato e il significante più intimo e nascosto, evidenziando concettualmente l’idea della fragilità e dell’equilibrio precario sotteso a noi uomini. 

L’artista ci invita a prendere tutti visione delle varie sfaccettature della nostra personalità e a dare voce ad ognuna di esse rendendoci gli unici ma plurali “medium” della nostra sperimentazione totale, elevandoci a spettatori o meglio, attori di questa performance esistenziale fino al momento in cui saremo pronti per una riconnessione sociale e collettiva il cui carattere simbolico tiene ancora teso il filo, fra l’inconscio del passato e la sua rappresentazione nel presente. 


Mostra d'Arte Contemporanea - Art is Now












di giulia vignapiano

Il 10 Maggio 2024 la galleria OmniArt organizza l’ultima mostra permanente  della stagione  “ART IS NOW”

GLII ARTISTI:
Anna COLAIACOVO - Leonardo BANDINELLI – Michele BRUNDO “ILESH” – Cristiano CAPEZ
Claudia CUNDARI “Claudia” - Massimo GRECO - Lacramioara HATMANU - Enza MESSINI - Biagio IADAROLA - Chiara PARLANTI - Elena DINAPOLI - Marianna SCUDERI - Pasquale SIMONETTI

Artisti di tutta Italia tra Pittura-fotografia-scultura
La mostra "Art is Now" presso la Galleria OmniArt, curata da Marianna Scuderi, offre una straordinaria esposizione di opere d'arte contemporanee, includendo pittura, fotografia e scultura. Questa mostra, che avrà luogo dal 10 maggio nella galleria per una durata di tre mesi, si presenta come una celebrazione dell'arte moderna e dell'innovazione artistica.
L'allestimento della mostra è curata con grande attenzione per offrire ai visitatori un'esperienza coinvolgente e stimolante. Le opere d'arte sono disposte in modo da creare una narrazione visiva fluida e coerente, permettendo ai visitatori di immergersi completamente nelle diverse espressioni artistiche esposte.
Le opere di pittura presentate nella mostra spaziano da stili astratti e contemporanei a opere più figurative e tradizionali. Gli artisti selezionati offrono una varietà di prospettive e approcci alla pittura, esplorando temi che vanno dall'interiorità dell'essere umano alla riflessione sulla società contemporanea.
Ogni artista presente nella mostra porta con sé una visione unica e una tecnica distintiva, creando un tessuto ricco e sfaccettato di stimoli sensoriali e interpretativi.
La sezione dedicata alla fotografia offre una panoramica affascinante delle immagini catturate dai fotografi contemporanei. Le opere fotografiche esposte possono essere sia opere concettuali e astratte che ritratti o paesaggi mozzafiato, invitando i visitatori a riflettere sulla complessità del mondo che li circonda.
L’inaugurazione sara’ presentata dalla critica e storica d’arte Sara Taffoni  intervengono gli architetti Ugo De Angelis e Anna Di Falco per discutere dell’argomento “La citta’ creativa” l’arte come strumento di rigenerazione degli spazi urbani.La Galleria OmniArt diventa così uno spazio di incontro e dialogo, dove gli spettatori possono immergersi nelle opere esposte e interagire con esse in modi personali e significativi.La curatrice, Marianna Scuderi, ha sapientemente selezionato le opere degli artisti in mostra:
 
Grazie alla sua visione curatoriale e alla varietà e qualità delle opere esposte di fotografia pittura e scultura, "Art is Now" si presenta come un evento imperdibile per gli amanti dell'arte e per tutti coloro che desiderano esplorare le tendenze più recenti nel mondo dell'arte contemporanea.
 
I visitatori potranno ammirare le opere sino al 10 agosto 2024
 
Intervengono Ugo DE ANGELIS  Anna Di Falco
Curatela Marianna Scuderi
Presentazione critica: Sara Taffoni
Comunicato stampa: Marianna Scuderi
Ingesso libero
Presso: OMNIART OPEN GALLERY
Via Legnano 65 – 04100 Latina - Tel. 327.0644538
Giorni e orari di apertura dal martedi al venerdi dalle 16:30 alle 20:00
Il Sabato dalle 19:30 alle 13:30 domenica e lunedi chiuso 



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