
Mini collettiva ABSTRACT ART
21 novembre – 27 dicembre 2025
OmniArt Open Gallery – Via Legnano 65, Latina
L’arte astratta, con la sua capacità di trasformare gesto, forma ed energia in esperienza percettiva, continua a essere uno dei linguaggi più attuali del panorama artistico contemporaneo. Superando la dimensione figurativa, l’astrazione diventa spazio emotivo e concettuale, offrendo un dialogo aperto tra intuizione e interpretazione.
ABSTRACT ART è una mini collettiva dedicata alle più recenti declinazioni dell’astrazione contemporanea, inserita nella collettiva in corso “Forme Visione Contemporanee”. Il progetto approfondisce e amplia il percorso espositivo principale, offrendo una prospettiva fresca sulle nuove tendenze dell’arte astratta.
Opening: venerdì 21 novembre 2025, ore 17:30–20:00
Presentazione a cura del critico d’arte Bruno Creo
Artisti in mostra:
Riccardo Aleandri, Irene Degani, Fausto Francioni, Indra Krecere, Marianna Scuderi, Emanuela Tomassi, Giuseppe Di Salvo.
Particolarmente significativa è la presenza postuma di Giuseppe Di Salvo, artista da qualche anno scomparso. Le sue opere continuano a vivere nel ricordo di chi lo ha conosciuto e amato, rappresentando una testimonianza viva del suo percorso artistico e umano e lasciando un segno indelebile nel cuore del pubblico e della comunità artistica.
EVENTI COLLATERALI
L’idea della mostra Abstract Art nasce dalla fondatrice di OmniArt, Marianna Scuderi, pittrice devota da sempre alla pittura astratta.
Sede: OmniArt Open Gallery – Via Legnano 65, Latina - tel 320.0417020
Orari di apertura: lun–ven, 16:00–19:00
Ingresso: libero
Chiusura ufficiale della mini collettiva: 27 dicembre 2025
GLI ARTISTI IN ESPOSIZIONE:




RICCARDO ALEANDRI
1954 nasce a Roma
1972 mentre studia matematica alla Sapienza scrive un testo teorico su quella che definisce " fruizione tattile dell' opera d'arte". Lo presenta ad Achille Bonito Oliva nell' ambito degli incontri internazionali d' arte che gli concede di esporre le sue opere tattili nello spazio giovani della mostra che si sta organizzando per il prossimo anno.
1973-1974 Incontri Internazionali d’Arte realizzano quella che è tutt’ora riconosciuta come la più grande rassegna di arte contemporanea tenutasi a Roma ed una delle 10 più rilevanti mostre del XX secolo. “Contemporanea” ideata da Achille Bonito Oliva e curata da un’equipe di esperti che presentò, negli ambienti del nuovo parcheggio sotterraneo di Villa Borghese non ancora adibiti alla loro funzione d’uso, i maggiori artisti del panorama internazionale.
Il nostro, allora diciannovenne, vi partecipa con due opere tattili.
1975 La X Quadriennale Nazionale d' Arte (La nuova generazione) si svolge nel periodo marzo-aprile presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma. Riccardo Aleandri espone due opere tattili "Autocoscenza" e "Evoluzione/Involuzione".
1977 il nostro si laurea in matematica con il massimo dei voti ed abbandona ogni attività artistica. Tutte le opere di questo periodo sono andate perdute. Vi sono solo alcune foto negli archivi della Quadriennale.
1997 il nostro inizia a dipingere da autodidatta. Le prime opere sono tempere di grande formato in parte perdute.
1999 inizia a dipingere su tela o tavola con tempera, acrilico e olio. Partecipa a mostre collettive.
2008 personale a Nettuno (Rm).
2010 inizia a fare foto astratte.
2020 durante il lockdown sperimenta un tipo di pittura digitale su foto. Realizza numerose pitture digitali su foto proprie.
2025 espone opere digitali e dipinti presso una galleria ad Ariccia (Rm). Un suo dipinto è esposto al Museo Civico Umberto Mastroianni di Marino (Rm).Realizza sculture con materiali vari e tecniche miste.
Da alcuni anni collabora con lo scultore Pino Genovese.
Due sue tavole di grandi dimensioni sono presso l' Istituto Sperimentale Italiano Lazzaro Spallanzani, sede di Rivolta d' Adda ( Cr).
Riccardo Aleandri ha iniziato la sua ricerca artistica nel 1973, concentrandosi su opere tattili progettate per essere vissute esclusivamente attraverso il tatto. Nello stesso anno ha scritto il documento teorico “Un esperimento-proposta”, in cui ha delineato i principi di questa direzione artistica pionieristica. Ha creato due opere tattili, Involuzione-Evoluzione e Autocoscienza, e ha presentato sia le opere che le loro basi teoriche ad Achille Bonito Oliva, che lo ha successivamente invitato a esporre nella sezione dedicata ai giovani artisti di Contemporanea (Villa Borghese, Roma).
La partecipazione a Contemporanea, oggi considerata una delle più significative mostre d'arte contemporanea del XX secolo, confermò la convinzione di Aleandri nella sua ricerca tattile. Nel 1974 fu selezionato per la sezione The New Generation della X Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma (Palazzo delle Esposizioni, 1975), curata da un comitato presieduto da Renato Guttuso e di cui faceva parte anche Pericle Fazzini.
Nel 1977 Aleandri si laureò con il massimo dei voti in Matematica e sospese temporaneamente la sua attività artistica. Le opere di questo primo periodo sono andate perdute, ne rimane solo una fotografia nel catalogo ufficiale della Quadriennale e alcune prove di contatto conservate dall'artista.
Torna a dipingere nel 1995 come artista autodidatta, partecipando a diverse mostre collettive. Nel 2010 tiene una mostra personale e collettiva al Forte Sangallo di Nettuno (Roma). Durante il lockdown del 2020, introduce un processo di pittura digitale applicato alla fotografia.
Attualmente vive ed opera ad Anzio (Rm).
Indra Krecere è nata a Riga, in Lettonia ma sin dall'infanzia ha coltivato grande amore per la cultura italiana e la storia dell’arte. È rimasta fortemente emozionata davanti alle opere di Van Dyck, Rembrandt, Raffaello e Michelangelo nel museo di Ermitage a San Pietroburgo quando aveva soltanto sette anni. Un’esperienza simile l’ha rivissuta quando ha visitato per la prima volta, già da adulta, Venezia, Roma, Assisi e specialmente Firenze. Già allora non poteva fare a meno della pittura e ha preso l’ispirazione per il suo lavoro creativo dalla musica, opera lirica, scultura, esoterismo, psicologia, storia e mitologia. Anche quando realizza i ritratti su misura riesce sempre a trovare un aspetto unico della personalità del soggetto che sta dipingendo. I suoi ritratti non sono mai semplici lavori di raffigurazioni, anzi sono sempre realizzati con uno studio della persona: i suoi gusti, espressioni, professione o ambito familiare. Per esigenze professionali Indra ha sempre lavorato anche in altri campi connessi con arte e mondo visuale come allestimento delle vetrine in centri commerciali a Riga, ha realizzato design d’interni, affreschi in Italia e in Lettonia. Indra ha lavorato anche nel mondo dell’educazione come insegnante d’arte per i bambini e ragazzi. Per diversi anni è stata anche l’artista ufficiale nel comune di Kandava in Lettonia. Indra ha avuto incarichi importanti per la realizzazione con diversi temi storici, mitologici. Ha partecipato a diverse mostre sia personali, sia unitamente ad altri artisti in Lettonia e Italia (Piemonte e Lazio). I suoi quadri fanno parte delle collezioni private in Europa (Lettonia, Italia, Danimarca, Germania etc) e Stati Uniti. Indra Krecere ha avuto l’onore di ricevere l’incarico dal Comune di Kandava (Lettonia) per colorare la città per il centenario della Lettonia. Con 10 murales a Kandava ha dato un segno importante della sua arte e capacità.
LA PITTURA DI INDRA KRECERE La natura delle sue diverse e variegate manifestazioni e la protagonista preferita delle opere della pittrice Indra Krecere nata a Riga in Lettonia.
Così la natura si tramuta in metafora di vita e di sentimento affidando il dettato ad un intenso e delicato impatto cromatico. La pittura di Indra Krecere nasce dall'osservazione della natura, della quotidianità del reale, per assurgere attraverso la corporeità del pennello e la magia cromatica ad una dimensione lirica, ad una trasfigurazione dei sentimenti sulla tela. Il mondo naturale non è semplice rappresentazione del già visto, ma si allinea ad una poetica dell'espressione e del sentimento, della contemplazione e della riflessione.
La natura è l'espressione più chiara del sentimento artistico. In questa dimensione avviene il colloquio tra anima sensitiva e natura, una sorta di intima relazione in cui la pittrice non è solo esecutrice materiale ma soggetto della rappresentazione stessa.
Fausto Francioni è un artista autodidatta che ha coltivato fin da piccolo la passione per il disegno e il colore. Durante il lockdown del 2020, ha trasformato l’isolamento in un’opportunità creativa, dedicandosi con intensità alla pittura. Il suo stile, caratterizzato da tratti dinamici e composizioni cromatiche incisive, riflette una costante ricerca di identità e autenticità. Fau parte dal disegno su carta per arrivare alla tela, costruendo un linguaggio visivo riconoscibile e personale. La sua arte è espressione di emozioni, ricordi e introspezione. La sperimentazione è al centro del suo percorso, che ha attirato l’interesse di critici e curatori. Ha esposto in sedi prestigiose come Palazzo Ferrajoli a Roma e le Scuderie Aldobrandi di Frascati. Nel 2022 ha ottenuto un certificato di merito al Luxembourg Art Prize. Ogni opera è un viaggio interiore condiviso con lo spettatore. Fau si distingue per sensibilità e coerenza nel panorama dell’arte contemporanea.
Emanuela Tomassi
Le opere di Emanuela Tomassi sono superfici emotive in cui, attraverso un sapiente equilibrio istintivo, il colore è modellato sui supporti, libero da vincoli compositivi imposti o da bozzetti e idee preparatori. Il linguaggio astratto dell’artista romana nasce da una personale urgenza espressiva, evidente nella realizzazione gestuale ed immediata delle sue tele; ma anche nella scelta dei colori e nell’uso intenso dei materiali, frutto di continue sperimentazioni, iniziate sin dall’infanzia, grazie al lavoro del padre presso l’Istituto Centrale del Restauro di Roma e alla lunga permanenza in Kenya.
Tomassi mette alla prova gli acrilici, li fa dialogare con la gommalacca, il bitume, l’alcool, le terre e gli ossidi, gli stucchi e la polvere di legno; li incide sulle tele con gli scalpelli fin quando non è soddisfatta della coerenza creativa raggiunta, mai alla ricerca del mero decorativismo. Il suo studio in un tradizionale laboratorio di restauro, dove la presenza di preziosi materiali di scarto è abbondante, le garantisce esperienze uniche in tal senso.
I colori di Tomassi spesso nascondono dei disegni di bulloni. Oggetti tecnici che nella particolare produzione artistica svelano il tentativo razionale di riportare ordine nella visceralità delle tele, veri e propri spazi di tensione.
L’anima artistica e gestuale di Emanuela Tomassi si nutre di contaminazioni culturali e materiche, dando forma ad una pittura che rifugge i formalismi tra impulso ed elaborazione.
Irene Degani, classe 1987, e dipinge da quando era una ragazzina. Per anni ha lasciato i pennelli da parte, finché la vita, con le sue scosse improvvise, l’ha riportata davanti a una tela bianca. Non per scelta, ma per necessità. Da allora la pittura è diventata per lei un modo di restare a galla, di dare forma a ciò che non riesce a dire.
La sua ricerca è istintiva e materica: colore e materia si intrecciano come emozioni sovrapposte. Non cerca l’ordine né la bellezza in senso canonico, ma la verità di un gesto, la vibrazione di un istante. Le sue opere nascono dal corpo prima che dalla mente, come confessioni mute che parlano a chi sa guardare oltre la superficie. Dipinge per trasformare il caos in significato, il dolore in una bellezza che non cancella le ferite ma le illumina. Diplomata alla Scuola d’Arte, ha esposto in diverse collettive e fiere internazionali: Biennale della Versilia (Lido di Camaiore, menzione d’onore), Galleria Artexpertise a Cannes, Fiera internazionale d’Arte di Innsbruck 2025, ed è stata selezionata per il concorso Bellezza Collaterale organizzato da Luce e Ombre a Piacenza, con esposizione finale presso il castello di Caleendasco. Ha inoltre ricevuto un attestato di merito al Premio Mestre di Pittura 2025.
La sua arte non cerca risposte, ma connessioni. È un invito a ritrovarsi, o a perdersi, dentro il colore.
Il dipinto presentato si intitola CONNESSIONI, realizzato in acrilico e gesso su tela, 80×60 cm, con cornice nera in legno
Giuseppe Di Salvo è stato un pittore grafico pontino e autodidatta, nato a Novara di Sicilia e poi trasferitosi a Latina. È noto per la sua pittura figurativa e paesaggistica, caratterizzata da un tocco personale e uno stile classico-naïf. Ha esposto le sue opere in diverse città italiane ed estere, e i suoi murales si trovano in varie località. La sua carriera da autodidatta, siamo nei primi anni ’70, inizia con lo studio della figura, della prospettiva e delle proporzioni ispirandosi ad autori classici e contemporanei. Quel periodo gli permette di padroneggiare svariate tecniche, dalla pittura alla grafica alla materia. Ha esposto in mostre personali e collettive nazionali e internazionali. Nei primi anni 2000 ha fondato a Latina una scuola d’arte e per circa venti anni ha trasmesso il suo amore per quest’arte a decine di allievi. Giuseppe Di Salvo artista, siciliano di nascita, che ha vissuto e operato a Latina. La sua carriera da autodidatta, primi anni 70, inizia con lo studio della figura, della prospettiva e delle proporzioni ispirandosi ad autori classici e contemporanei. Quel periodo gli permette di padroneggiare svariate tecniche, dalla pittura alla grafica alla materia. Artista attivo e prolifico, ha esposto in mostre personali e collettive in numerose località nazionali e internazionali Fortemente impegnato nel sociale, molte sue opere sono state donate a sostegno di iniziative benefiche. L’opera di Giuseppe Di Salvo e’ presente nel catalogo internazionale d’arte moderna mds n°8/6/13 ed. d’arte sepifin – cida roma e nel catalogo “Amiamo l’arte”, decennale del circolo degli artisti 1995-2005 comune di Latina. La figlia Barbara Di Salvo, a sua volta abile artista e artigiana con le sue creazioni di ceramica, stoffa e legno, decorazioni e rigenerazioni di mobili ha voluto omaggiare il padre, scomparso quattro anni fa, che ha lasciato un segno nel panorama artistico locale.
Marianna Scuderi, forte degli studi dei momenti d’avanguardie, ha concepito una sua pittura personalissima evolvendo le proprie esperienze in una “Action painting” cioè pittura d’azione.
L’accorgimento tecnico si basa sul processo dello sgocciolamento del colore di tipo Pollocckiano Ma la Nostra va oltre le passate avanguardie, il suo campo d’azione si impossessa del grafismo pittorico concepito con ricerca personale.
Ella adotta amalgame cromatiche, con ricerca continua, segni lineari, curvi o geometrici come creazione e delimitazione dello spazio conoscitivo ma vissuto in ogni angolazione.
Nei suoi quadri evince una bellezza grafica-pittorica-astratta di pregio ed equilibrio contestuale.
Di basilare importanza sono i segni enigmatici che nascondono un recondito significato scaturito esclusivamente da una spinta animica e percettiva.
Si avverte un anima che vorrebbe esprimersi in un estrema “rivelazione del proprio io” sconfinando quasi in una sensazione metafisica che la costringe all’esaltazione della materia + colore + il segno, dove il tutto ha quasi un sapore filosofico che impreziosisce ogni contesto compositivo.